Che Cos'è l'Inflazione?

Franca Gragnaniello

Franca Gragnaniello

Dopo le notizie della Pandemia e quelle della Guerra nell’Est dell’Europa, in queste settimane si è tornati a parlare d' inflazione, dopo molto tempo in cui il fenomeno non destava preoccupazione. Nella zona Ocse che riunisce i Paesi più sviluppati, i prezzi sono cresciuti del 5,8%. Livelli così alti non si vedevano da 25 anni e la  conseguenza è una brusca frenata della ripresa economica. I governi e le banche centrali di mezzo mondo hanno le antenne alzate.

Ma che cos’è l’Inflazione ?

Chiaramente tratteremo  questo argomento in maniera molto semplice e generalizzato, non vogliamo fare lezione di economia. Con il termine Inflazione (dal latino inflatio, ossia gonfiamento) si intende la perdita del potere di acquisto della moneta che si verifica quando la moneta stessa circola in quantità superiore a quella richiesta dai bisogni del mercato. Se i prezzi aumentano, la moneta perde valore: con 100 euro di ieri, oggi si possono comprare meno cose, e se lo  stipendio non cresce alla stessa velocità dei prezzi, si sta  perdendo il potere d’acquisto. Dire “perdita del potere di acquisto della moneta” è la stessa cosa che dire “aumento dei prezzi” o “svalutazione della moneta”.

Quando questo fenomeno riguarda la gran parte dei beni e servizi (si tratta quindi di un aumento generalizzato) e tale aumento persiste per un periodo di tempo prolungato, vuol dire che siamo in presenza di inflazione.

Cause dell’inflazione

È molto difficile stabilire quali siano le cause dell’inflazione, in quanto si tratta di un fenomeno estremamente complesso. Per comprenderne le cause dobbiamo rispolverare la legge di mercato, quella che riguarda domanda e offerta. Tutti sappiamo che chi acquista un bene o un servizio esprime la domanda, chi vende un bene o un servizio rappresenta l’offerta.

Economisti e studiosi delle diverse scuole di teoria macroeconomica hanno individuato una serie di possibili cause che vi concorrono:

  • Inflazione da Domanda: Immaginiamo che ogni giorno vengono prodotte un milione di T-shirt stampate  e che queste vengono tutte acquistate dai consumatori al prezzo di 20 euro ciascuna. Se domani per vari motivi le T-shirt  prodotte sono di meno si genera uno squilibrio tra domanda e offerta. Ci sono meno T-shirt  di quelle che la gente intende acquistare. Pertanto quando la domanda supera l’offerta inevitabilmente il prezzo sale: quel bene diventa più scarso, più difficile da trovare, in un certo senso più prezioso e la gente è disposta a pagare di più pur di accaparrarselo.
  • Inflazione da aumento dei costi: Se un’azienda produttrice di un bene o di un servizio si trova ad affrontare un rialzo dei costi di produzione non potrà fare altro che riversare questi aumenti sul prezzo finale del bene o servizio prodotto. In questo caso quindi l’inflazione sarà causata dall’aumento dei costi di produzione.
  • Inflazione da politica monetaria accomodante: Una politica monetaria accomodante consiste nella scelta di immettere maggiori quantità di denaro in circolo nell’economia di un Paese con lo scopo di rilanciare l’economia. In questo caso specifico il costo del denaro diminuisce, pertanto diventa molto più economico prenderlo in prestito (mediante mutui o prestiti). La conseguenza sarà che se la gente ha molto più denaro da spendere aumenterà la domanda di beni e servizi. Ma come già detto  l’aumento della domanda genera l’aumento dei prezzi, genera inflazione.

Quali sono gli effetti negativi dell’inflazione

Partiamo da un presupposto: un minimo di inflazione - che nell’Eurozona (cioè nei Paesi cioè che hanno come propria moneta l’Euro) è oggi fissata al 2% - è in realtà un dato positivo, dal momento che indica un aumento contenuto dei prezzi, sintomo di buona salute dell’economia di un Paese o gruppo di Paesi. Però, quando l’inflazione supera quella soglia, o addirittura i Governi e le Banche centrali ne perdono il controllo, possono manifestarsi degli effetti dannosi per l’intera economia. In generale, accade che:

  • si riduce il potere d'acquisto di tutti i soggetti di un sistema economico (famiglie, imprese e amministrazioni pubbliche); chi percepisce degli stipendi fissi viene maggiormente penalizzato dall’aumento dell’inflazione.
  • i risparmi tenuti sul conto corrente, o investiti su prodotti a reddito fisso, perdono anch’essi di potere d’acquisto;
  • parte la corsa agli investimenti in beni-rifugio (ad esempio immobili e metalli preziosi), con il conseguente aumento dei prezzi di questi beni  alimentando così la cosiddetta spirale inflazionistica;
  • le attività produttive vedono aumentare i propri costi, per coprire i quali sono costrette ad alzare i propri prezzi, contribuendo all’accelerazione ulteriore dell’inflazione.
  • Le esportazioni vengono danneggiate in quanto l’aumento dei prezzi dei prodotti scoraggia l’acquisto da parte di acquirenti esteri. Viceversa però le importazioni dall’estero diventano più convenienti.

Inflazione in Italia

Prima della guerra, l’economia italiana come anche quella mondiale erano sulla buona strada per una ripresa forte, anche se irregolare, dal COVID-19. Il conflitto in Ucraina e le interruzioni della catena di approvvigionamento causate  dalle chiusure in Cina dovute alla politica zero-COVID stanno infliggendo un duro colpo alla ripresa.

Secondo le stime dell'Istat, (l'indice nazionale dei prezzi al consumo), nel mese di giugno,l’inflazione in Italia ha registrato un aumento dell'1,2% su base mensile e dell'8% su base annua. Un incremento che non si registrava dal gennaio 1986, quando fu pari a +8,2%. Ad aumentare sono stati soprattutto i prezzi dell’energia, che sono cresciuti del 48,7 per cento rispetto a un anno fa.

Secondo un’indagine di Eurostat, ( l’ufficio statistico dell’Unione Europea), gli aumenti dei prezzi in Italia sono simili a quelli fatti registrare nella zona euro. È il livello più alto da quando la zona euro fu creata con l’entrata in vigore della moneta unica, nel 1999.  Per combattere l’inflazione, la Banca Centrale Europea ha annunciato il mese scorso che alzerà i tassi d’interesse, probabilmente già a partire da luglio. L' effetto è quello di ridurre la quantità di denaro in circolazione; questo può avere ripercussioni anche sulla crescita economica, che potrebbe così rallentare.

Secondo Banca D’Italia, i principali ostacoli alla crescita nei prossimi mesi saranno l'incertezza imputabile a fattori economici e politici, l'andamento dei prezzi delle materie prime e le tensioni che interesseranno il commercio internazionale. L' impulso della domanda resta positivo, ma con una previsione a un leggero calo. Nonostante il peggioramento delle condizioni per investire, nel 2022 prosegue l'espansione degli investimenti, in misura più moderata rispetto a quanto previsto nella scorsa rilevazione, anche per  l'occupazione si prevede  un leggero aumento nei prossimi tre mesi.